Il ritmo dell’anno in famiglia

I bambini sono abitudinari. La routine quotidiana è una fonte di sicurezza e benessere. Se le loro giornate sono scandite da piccoli rituali ripetitivi, si sentono tranquilli, non hanno da temere la disorganizzazione, la novità, la confusione. Hanno bisogno di giornate sempre molto simili tra loro, anche se con la necessaria elasticità.
Anche gli adulti per stare bene avrebbero bisogno di un ritmo regolare, che scandisce la giornata, ma anche la settimana, il mese, e l’anno..
L’anno è scandito dalle stagioni, ogni momento dell’anno porta con se la sua atmosfera, il suo colore, il suo sapore, elementi che colpiscono i nostri sensi e il nostro animo.
Possiamo simbolicamente dividere l’anno in 8 parti, 2 per ogni stagione, di circa 45 giorni, ogni parte culmina in una sua festività.
Il corso dell’anno è come un respiro a cui partecipano tutti gli esseri della Terra.
“Il movimento di espirazione comincia a metà dell’inverno, quando la Terra inizia a risvegliarsi dal gelo, prosegue durante il tempo del Carnevale che, con i suoi colori e le sue danze, segna la fine dell’inverno e l’arrivo dei primi germogli sulle piante; va avanti nel periodo della Pasqua e per tutta la primavera, raggiungendo il suo culmine con la festa di San Giovanni, il 24 giugno, la festa dell’estate, in cui tutto si espande nella luce e nel calore, i profumi e i colori dei fiori, che si protendono verso il Sole, riempiono i nostri sensi e la nostra anima.
A metà dell’estate inizia il movimento di inspirazione, la Terra raccoglie in sé e nei suoi frutti, che maturano, la luce e il calore, a San Michele, il 29 settembre, la festa d’autunno, le foglie variopinte iniziano a cadere, le giornate si accorciano e la luce solare viene sostituita dalla luce delle candele, a San Martino, l’11 novembre, negli asili steineriani si fa la Festa dei lumini ed infine a Natale, il 25 dicembre, si festeggia il sole interiore, che fa risplendere di luce dorata tutta la Terra.” (da “I mondi si incontrano in un nido”, 2010, Elena Sanzovo, Ed. Aedel)
Le festività, che possono essere legate alla natura, alle tradizioni, alla religione e ad antichi culti, sono un patrimonio per ossigenare la vita quotidiana della famiglia, alternando il tempo del lavoro con quello della festa.
Quando le cose vanno bene il ritmo delle nostre famiglie oscilla serenamente fra questi due momenti; si lavora, si studia, si assolvono le mille incombenze del quotidiano, sapendo che poi ci attende il momento della festa, del riposo contemplativo e grato.
È quell’alternanza di lavoro e festa che il Creatore stesso ha stabilito nella sua prima fatica creatrice: così dovrebbe essere per tutti, una sana alternanza dei momenti, la giusta misura di entrambi, senza eccessi, invadenze o prevaricazioni dell’uno sull’altro.
A volte capita che il lavoro sia troppo, assorba tutto, sacrificando i nostri affetti non più celebrati nel momento della festa. Capita però che il lavoro manchi, e allora diventa difficile non solo far festa, ma anche mantenere salda la fiducia nella possibilità di crescere la propria famiglia.
Purtroppo nella società moderna molti ritmi che in passato scandivano il tempo e venivano sottolineati con la celebrazione di grandi feste, sono stati a lungo accantonati o dimenticati in favore dell’adozione di un tempo lineare e piatto che scorre sempre uguale a sé stesso… un tempo irreale e sintetico che ci rende sempre più alienati e distanti dalla Natura cui apparteniamo…
Un buon modo per restituire allo scorrere della nostra vita l’andamento ritmico che le è proprio è cercare di rivalutare le differenze di “qualità” del tempo, ogni festa è dunque soprattutto la celebrazione della qualità di un periodo dell’anno e lo sforzo non dovrebbe essere soltanto quello di celebrarla per un giorno nel giusto modo e con le giuste formule o colori o riti… quanto quello di riuscire a coglierne l’energia trasferendola coerentemente nell’attività quotidiana, colorando di significato specifico ogni periodo della nostra vita.
Lasciamo dunque che sia il tempo a portarci e rivelarci la sua qualità, la festa a “venirci incontro” e badiamo a rimanere aperti per coglierne il significato concreto.
Nella famiglia le festività ci accompagnano con un ritmo di gioiosi preparativi e impazienti attese da parte dei figli. L’apice della festa è costellato di meraviglia e l’esperienza viene custodita nel cuore fino all’anno successivo. Il bambino può vivere in armonia con il mondo e con le sue creature perché entra a far parte di questo ritmo e di questa simbologia. La preparazione a queste feste dona al bambino quel ritmo, quel calore, quella sicurezza che gli permettono di procedere nel suo ritmo personale con fiducia e religiosità. Per i più piccoli il corso dell’anno è un ritmo ancora molto lontano dalla loro possibilità di percezione e di ricordo, è un elemento in cui vengono immersi dall’adulto che deve continuamente vivificarlo in cuor suo per trasmetterlo a loro.
“Le maestre degli asili steineriani preparano un angolo della stagione con un telo dei colori tipici per le quattro stagioni. Preparare il tavolo della stagione in una casa dove si svolge l’attività del nido è importante perché i piccoli vengono immersi in colori e immagini che rendono vivo e reale in loro il ritmo dell’anno, ma deve essere posto in un luogo sicuro, lontano dalle loro manine. L’angolo della stagione accoglie elementi provenienti dai quattro regni (minerale, animale, vegetale, umano) e naturalmente i prodotti della natura che i bimbi raccolgono durante le uscite come le castagne, le pigne, i fiorellini, le foglie, ecc. Le feste trovano un posto nell’angolo della stagione con un semplice simbolo. […]
Il corso dell’anno, con i suoi cambiamenti stagionali e le sue festività, infonde un particolare ritmo al nido, che la mamma di giorno realizza traducendo il suo vissuto interiore in semplici azioni che raggiungono il cuore dei piccoli.
Loro per esempio hanno un forte legame con il cibo: San Michele si può festeggiare con un “dolce di mele”, il frutto raccolto in questa stagione, a San Martino sono ottime le “caldarroste”, che suonano scoppiettanti sul fuoco, riempiono la casa di un intenso profumo e scricchiolano quando vengono sbucciate, per Pasqua si può preparare la “treccia di pane dolce”. Il menù sottolinea il ritmo delle stagioni anche con le sue variazioni di frutta e verdura offerte ai bambini e naturalmente legate alla reale stagione di produzione.
Le feste possono anche essere accompagnate da attività domestiche speciali, in autunno si preparano i sacchetti con la lavanda raccolta in estate e lasciata seccare, a Natale si pulisce con cura il mobile che poi accoglierà il presepe, in primavera si seminano dei fiorellini; inoltre qualche piccola tradizione, dei semplici canti o brevi storie possono allietare i bambini, come un lumino acceso per San Martino, il presepe di Natale, i coriandoli a carnevale, il coniglio di Pasqua.” (da “I mondi si incontrano in un nido”, 2010, Elena Sanzovo, Ed. Aedel)

A cura di Elena Sanzovo, psicologa e responsabile dei nidi in famiglia

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